Stasera lasci il segno
col tuo sorriso lontano;
appendi la luce
che s’alza sul capo
addormentato,
e sorreggi le stelle
che non contestano
gli astri,
e le scie di polvere
che restano in alto
ingannando lo spazio.
Rammento il tuo volto
irreale che si perde nelle
mie strofe,
come un unico bacio
fatale.
Mi chiedo:
perché non hai voce?
Dal libro “Ryan“
Di un incanto senza eguali. “Le stelle che non contestano gli astri” varrebbe da sola l’intero rapimento. E allora mi chiedo anch’io, ma “perché non hai voce?”…
A volte non occorre voce, anche perché mi sono resa conto che anche i dipinti si possono leggere oltre che scriverli.
Ciao Fabrizio, sei di una bravura mostruosa.