Dipinto arcano

Dipinsi i suoi occhi:
una distesa di coralli
in un gioco di colori.
L’amore, nelle mani,
il tocco del vento
sulla pelle.
La bocca,
superbia di donna
svelata al mio ego.

Scrissi di lei,
capii che l’amavo.
Fredda, oscura…
un tramonto diurno
alla fine del tempo.
La pietà nelle gesta,
la nuda grazia,
sciolta e mortale
tra le mie braccia.

Il dolore

Inutile parlare agli altri del tuo dolore, non dona sollievo farlo, perché non provano la tua sofferenza… non possono comprenderlo, poiché non lo sentono. Inutile anche scriverlo; il tuo interno è la sua dimora, una privacy profonda da essere ignota persino ad esso.
Il dolore è la morte che dispiace agli altri, ma il lutto devi elaborarlo personalmente.
Egli, anche se a volte è sfinito, è sempre in te, consumandoti nelle grida, nella quiete del suo terrore.
Il dolore può uccidere, ma quando non lo fa, scopri la sua natura sadica, vigliacca, menefreghista. Si rafforza ad ogni lacrima, e quando lo vomiti gode, pronto a rigenerarsi più forte di prima.
Come tutte le cose, anche lui ha il suo tempo, una sua scadenza. Tuttavia non se ne preoccupa, sa benissimo che non può tacere a lungo. Ti conosce, inutile sfuggirgli… prima o poi ti raggiungerà.
La sua partenza ha sempre un ritorno e, se hai costruito qualcosa durante la sua assenza, la distruggerà.

Fame di cenere

Il nulla dilaga nell’anima,
la denutre, conducendola
alle soglie della morte.
La realtà è sfumata
dall’ultimo sogno d’una falsa beltà.
Avvoltoi negli organi
attendono una carcassa,
cibo condito di cenere
e disperazione.

Resta l’illusione
d’un’esile figura,
nutrita di richieste,
saziata dal suo
stesso abbandono.

Risveglio irreale

Oggi, come ieri,
un’altra morte.
E tacciono le parole
mentre risvegliano l’irreale
da un silenzio fermo.
L’ultimo pianto annienta,
il poco tempo gela la vita,
la coscienza incolpa.

Chiudi gli occhi,
l’inferno si ripete
quando il sole brilla,
la notte può svanire
quando salvi un pensiero.
La paura è solo l’eco
della disperazione.

Immagine di Pier Toffoletti