A ritroso

Scenari di ieri m’assorbono,
azzardo a truccare l’esordio.

Teorie travolte, esibite
da chi il sangue ha adottato,
e in albe d’ortiche è cresciuto.

Maschere artistiche
non coprono l’iride,
inutile gioco
d’ombra e luce.

Indugia il pensiero
tramando il mutare.
Sepolta è la colpa,
scavalca la spada…
ma non il pugnale.

Stupro

La notte
è avvolta da una pioggia di stelle.

Mi raggiunge la morte
straziando il mio corpo,
fermando il mio esistere
tra Terra e Cielo.
Spettri malefici recidono il seno,
la mia carne è colma di parassiti.
Odo grida lontane,
gemono e godono
sulle mie ossa.

La notte
è avvolta da una pioggia di stelle,
posso toccarle…
sembrano piccoli fuochi,
consolano il mio viso
con il loro calore.

Frammenti organici al tatto,
viscidi come l’odio che provo.
Sputo la crudeltà,
il veleno di questo momento.
Io e il silenzio,
la vittima e il carnefice…
l’inganno di dimenticare.

La notte
è avvolta da una pioggia di stelle,
l’unica realtà che voglio ricordare.

La casa

Cantano i corvi
dinanzi a cuori venduti all’oblio.
Fuggo da una debole razza
abbellita da origini uterine.
Non bastano unioni di sangue
ad allettare ricordi d’infanzia.
Accenti d’avidigia allineano tombe,
ebbre di avi, messaggi incoscienti
su un uscio che un tempo chiamai casa.