A te
che hai compreso il finito
e dalle sue tenebre
ti sei data un nome…
e del dolore
ne hai mangiato il male,
sputandone l’abbandono.
Alla paura
hai stretto la mano,
rischiando ogni giorno
di perdere tutto,
persino l’anima.
Devi tutto a te stessa,
quando non hai ceduto
alla bugia, e della morte
ne hai illuminato la malinconia.
Ritorni alla vita
per ogni lacrima vinta,
rinnovando quel vuoto
col tuo grido di donna.