Attrae, l’amarti;
ed io, farfalla d’ali
fantasma,
non sfuggo all’eden
del tuo silenzio.
Riscaldo il gelo
che avverto,
e sciolgo l’ardente
che scorre e giace
all’inferno.
Concedo la donna:
torbida soglia
che sogna un intimo
privo di foglia.
Dal libro “Ryan“
Me la ricordo, fu una delle tue prime che lessi e che mi attirò subito nei tuoi Palazzi…
In verità non credo sia questa poesia una delle prime che hai letto e commentato. Può darsi che mi sbagli.
Ciao Fabrizio.
Verissimo. La prima in assoluto che lessi, fu “Manco”…