Miracoli di vergogna

Nascondimi al mondo, Signore,
spezza il ghiaccio che preme sulle mie vene,
e lasciami dormire nella pioggia.

Purifica il cielo prima che lo raggiunga.
La crudeltà è ovunque, la morte la conosci…
per te, ha suonato molte volte le campane.

Non parlare d’amore alla fine dei tempi,
non v’è più cura di niente,
i miracoli siamo noi, che siamo ciechi vedenti.
Tu sei un mago scontato,
i tuoi trucchi riempiono solo l’aria
di una triste vergogna.

Siamo soli, spenti e dimenticati.
Siamo Angeli che non sono mai nati.
Siamo tenebre in spazi vuoti.
Siamo acqua che brucia in un mare di paura.

Nei secoli, ancora

Dunque sei un Cristo di dolore,
che trema dinanzi ad anime gelate.
Le piccole-grandi guerre,
che lacerano madri mai fanciulle,
non ti rivelano, non suscitano un tuo sguardo.
Cosa cerchi? Cosa vuoi vedere ancora?
Anche gli angoli di questo mondo
sono incendiati,
niente ricorda più un incanto.
Prova adesso ad aprire il mare,
ci troverai solo contaminazione.
Torna indietro,
le lacrime sono sempre le stesse,
i simboli sono caduti…
il cielo è colmo di pietre.

Nel mio nome

Cosa pretendete dalla vita
se contiene la mia essenza?
Anime perse,
l’oscurità è la mia ragione;
la luce,
la vostra prigione.
Ringraziate la miseria,
la guerra, la fame…
poiché non contengono
la vera piaga,
non fanno parte del male.
Seguite i miei passi
ignari del vostro destino.
Circuite un labirinto maledetto,
e pregate per me, ogni giorno,
senza sapere che sono io
ad iniziare la santa messa.
Poveri illusi,
la torre di Babele
vi ha inchiodati al mio abbraccio.
Siete soli,
e le vostre paure
rendono sempre più grande il mio nome.

Simbiosi

Ti cerco tra i ricordi,
in ogni lacrima che verso.
Ti chiamo e m’incoraggio
per non perdere il respiro.
Rivivi in me ogni giorno,
negli echi di mio figlio,
e nel sorriso che spero
riaffiori sul mio viso.

Mamma,
tienimi la mano,
guidami nella vita che mi hai donato,
veglia sul mio cammino,
e in simbiosi, come sempre,
sarai la rugiada di ogni mattino.

Sii la mia ombra, la mia dimora,
la sorgente dove attingere
quando ho paura.
E ad ogni battito del mio cuore
udirò il tuo,
per sentire ancora il calore
del tuo eterno amore.

11/ 09/ 2013
Dedicata alla mamma di una lettrice

Dissacrati

Contorni imprecisi
in un’anima di chiesa.
Come un serpente
trascina i suoi anelli
fra i cristiani.
Pianti di rimorsi
risuonano gli organi
delle cappelle,
reliquie di dolore
decantano i salmi.

Nessun cero
farà penitenza
se la preghiera
giace nel feretro
dell’indecenza.

Io non c’ero

E poi l’uomo,
figlio del Padre,
disse:
non mi vedi,
puoi sentirmi.

Credo in ciò che vedo,
nella sofferenza che sento,
che mi offri
gratuitamente.
Chi commette peccato
è colui che ha lasciato.
Sei morto per tanti,
non per me…
io non c’ero, non ho visto.
Ricalco le orme,
tu,
ripercorri le mie…
vedrai una lucciola
priva di luce.
Tu sai, c’eri,
e di me
non fosti felice.

Immagine di Salvador Dalì

Attrito

Cerco il tuo volto nel cielo
ma vedo l’inferno.
Le spalle hai voltato,
tu, che sei clemenza,
l’angelo della speranza.
Non vedi la mia carcassa
che suda pene e dannazione?
Sarai tu a rimpiangere
di non aver teso la mano.
Tu, che sei uomo
prima di spirito,
ricorderai di non avermi guardato,
di non aver perdonato.

Ecco l’uomo
che ha visto perire
e la sua veglia
è stata solo silenzio.

Sarò innocenza, l’ennesima
impronta della tua indifferenza.

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Supplica

Prima di amarti,
fa ch’io veda oltre la cecità,
oltre la fame dei lupi
e delle paure dei miseri agnelli.
Se l’agonia della vita
cerca la morte,
gli Angeli cadono
in suppliche di marmo.
La verità innalza l’uomo
alle fratture del mondo.
Signore…
annulla i demoni,
riscatta la tua carne…
e tutte le croci,
nel regno degli inferi bruceranno.

 

Così sia

Solo una rosa adesso è posata,
dorme, invade le ombre.
Le foglie cadono al soffio del vento,
si posano su una preghiera
che annulla un corpo
e ricongiunge le anime.
Corri,
non v’è più peso,
il sonno è immemore,
l’hai atteso tanto…
e quel perdono adesso è nel silenzio.
Ora che implori,
che sei al suo fianco,
sei libera di ignorare ogni rimpianto.