Il dolore

Inutile parlare agli altri del tuo dolore, non dona sollievo farlo, perché non provano la tua sofferenza… non possono comprenderlo, poiché non lo sentono. Inutile anche scriverlo; il tuo interno è la sua dimora, una privacy profonda da essere ignota persino ad esso.
Il dolore è la morte che dispiace agli altri, ma il lutto devi elaborarlo personalmente.
Egli, anche se a volte è sfinito, è sempre in te, consumandoti nelle grida, nella quiete del suo terrore.
Il dolore può uccidere, ma quando non lo fa, scopri la sua natura sadica, vigliacca, menefreghista. Si rafforza ad ogni lacrima, e quando lo vomiti gode, pronto a rigenerarsi più forte di prima.
Come tutte le cose, anche lui ha il suo tempo, una sua scadenza. Tuttavia non se ne preoccupa, sa benissimo che non può tacere a lungo. Ti conosce, inutile sfuggirgli… prima o poi ti raggiungerà.
La sua partenza ha sempre un ritorno e, se hai costruito qualcosa durante la sua assenza, la distruggerà.

Condannati

Espiare il male facendo ammenda uccide il lupo… tuttavia, se l’agnello è debole, è destinato al tormento.
A volte bisogna scegliere: avere la colpa, o vivere da vigliacchi nella debolezza dell’innocenza.
L’enigma è sempre nella tortura; assalita dai perché, mostra la tua vera natura. È un ospite che ti vive dentro, fuoriesce solo se chiamato dalla coscienza, prende vita, e ti fa capire cos’è la morte interna.
Ogni parola è sempre provvisoria, ogni silenzio una scusa.

La domanda avrà sempre una risposta e, quest’ultima, ti porterà ad un bivio colmo di dubbi. Qualsiasi cosa deciderai , sarai comunque destinato ad una condanna.

 

 

L’innocente terrore

Nel silenzio siamo il complice perfetto, lo nutriamo a distanza, fingendo di ossevarlo con ribrezzo.
Il peso che resta nella coscienza, lo alleggeriamo giudicandolo, senza ascoltare la pietà. Dobbiamo fare i duri, pur sapendo che siamo fantasmi indegni di sperare. Consapevoli di non essere puri, non ci importa del peccato, in fondo è la certezza di non essere liberi che ci rende crudeli. È la certezza di esseri soli che ci tiene murati vivi.
Urliamo al terrore, senza voce, fiduciosi che altri combattino al nostro posto, e che vincano la battaglia del tacere, mostrando una finta bontà. In fondo, le nostre impronte nessuno le vede, nessuno le vedrà.. sono invisibili, come noi.
Nessun essere umano non ha rimpianti: tutti vedono, ogni giorno, compiacendosi turbati, perché il terrore fa meno paura della noia… fa meno paura del silenzio.

Siamo innocenti privi di solidarietà.