S’adagiano, gli acini,
in grappoli d’oro;
all’essenza del mosto
s’offrono al Sole
di fine estate.
D’autunno si sciolgono
ad ambra
in piccoli sorsi,
raccolti da labbra
rosate,
e da gocce che colano
in mani a pianura.
Dal libro “Ryan“
S’adagiano, gli acini,
in grappoli d’oro;
all’essenza del mosto
s’offrono al Sole
di fine estate.
D’autunno si sciolgono
ad ambra
in piccoli sorsi,
raccolti da labbra
rosate,
e da gocce che colano
in mani a pianura.
Dal libro “Ryan“
Guardo con occhi
a benda l’ultima freccia,
in difesa di me che t’amo
di corsa, ferma nell’aria,
tra ricordo e promessa.
Stringo più forte
il peso che indosso:
un divieto d’accesso
che passo,
ma non attraverso.
Inseguo il mio cuore
altrove…
nell’attesa di un prossimo
incontro
per urlare il tuo nome.
Dal libro “Ryan“
Ed è questo istante
che ferma l’attimo
del mio dipinto;
che sia antico dolore,
sognatore, o radioso
in tutto il suo splendore.
Fortunato chi nel tempo
ne coglierà le mille sfumature.
Io,
mai più avrò la grazia
di vederlo uguale,
di ricordare se fui testimone
di un sapere,
o di un morire inutile
per sopravvivere.
Dal libro “Memorie distorte“
Mi perdo e m’incontro
ogni giorno
in questa vita
che sconfina dinanzi
ai miei piedi…
e ad ogni passo
non mi riconosco.
Dal libro “Enigma“
Di te
solo notti a gocce,
respiri affannati
nei dubbi,
piaghe aperte
nel sale.
Di me
che trattengo il domani
per un ultimo forse,
e ogni volta intuisco
relitti
che affondano
alla mia porta.
Dal libro “Ryan“
Ripongo, in ginocchio,
un fiore di gocce:
figlio d’occhi pietosi,
che colano ciechi
all’ombra di piedi
bucati,
mani rigate…
colpe senza peccati.
Chiedo respiro:
un piccolo spazio
di sole tra me
e l’io…
un cielo a cuscino,
dove riporre il capo
prima del sonno
con Dio.
Dal libro “Ryan“
Quante poesie ho composto,
ed ogni volta una nuova emozione.
Di tutte le ricordanze,
la melodia che resta è la più dolente:
quella che ancora indugia negli affanni,
negli inganni, e nel per sempre.
Contro il tempo che tarda,
che è silente solo al pianto,
il mio essere assente
ritorna solo al suo richiamo.
I motivi sono tanti;
cambiano colore al suo volere…
ed ogni parola è di nuovo poesia,
ogni gesto raccoglie i frutti
per una nuova lettura….
che sia pena, ferita, o armonia.
Dal libro “Anatomia dell’anima“
Ricamo ricordi sulla
pelle,
non lascio spazio
nemmeno tra i capelli.
Ti vivo addosso
in veste d’un amplesso…
fino ad assorbirti
in aderenza,
su carne viva.
Dal libro “Tutta la vita“
Attrae, l’amarti;
ed io, farfalla d’ali
fantasma,
non sfuggo all’eden
del tuo silenzio.
Riscaldo il gelo
che avverto,
e sciolgo l’ardente
che scorre e giace
all’inferno.
Concedo la donna:
torbida soglia
che sogna un intimo
privo di foglia.
Dal libro “Ryan“
Sono da sempre un’appassionata di Metal Estremo.
In molti ritengono questo genere come pura e semplice blasfemia, e quindi da boicottare senza remore.
Tuttavia, credo sia impossibile non apprezzare una simile performance dal vivo. I Dimmu Borgir sono di sicuro una delle più spettacolari band di Black Metal Sinfonico, se non la migliore.
Chi si ritiene amante della buona musica, non può fare altro che rimanerne incantato.