Ecce Homo

“Fu il giorno mortale a rendere visibile l’uomo.”

Ecco lo spirito che congiunge
le mani, e con fare ammaliante
elargisce consigli a chi ascolta
senza sentire.

L’inizio, la sfida del cielo:
come apparire nel dolere
di occhi incerti.
L’abuso prodigioso di vivere
in un’eterna marcia funebre.

Non so perché gravano
queste spine.
Non so nulla e conosco tutto.
Anela in me l’aureola
che ammalia.
E non v’è colpa se allargo
braccia di chi contrasta
o m’accarezza.

Tutto il mondo è una piccola
goccia d’acqua nell’infinito,
che disseta l’astuto, e chi
vuole vedere Dio, anche
se cieco.

Lungi da me l’occulto.
Una croce non mostra la
fede. È solo un ricordo
che crede in ciò che conduce,
e il luogo è sempre una terra
irreale.

Dal libro “Enigma” di Angela Albano.

Immagine: Michael Hussar

Non senti…

…qualcosa?
Nei giorni, nel tempo,
nel ritorno che richiama
noi,
ancora una volta.

Tutto sarà disperso,
o forse fango, al risveglio
d’un sonno sempre più
lungo.
Nel palmo della mano
resteranno reliquie-frammenti
di quel che abbiamo creduto,
del senso mai compiuto.
Non ho mai chiesto niente
in cambio,
a parte le parole,
un invito al rimpianto.

Adesso raccolgo discorsi
senza gusto,
vagando nell’immenso
dei tuoi occhi…

come sempre,
o mai più.

aaaa

Dal libro “Enigma” di Angela Albano

Parentela

Giudica, il fango,
ché la goccia di pioggia,
quando tocca la terra
gli somiglia di schianto.
Giudica,
ché di melma ne è colmo…
alla foce d’un fiume,
tra microbi fetidi,
si distingue da umano.

Dal libro “Enigma” di Angela Albano