Ladra di emozioni

Non userò il mio vero nome, ma quello che mi ha accompagnata per tanti anni: Virginia.
Vado subito al sodo: ho deciso di confessarmi e non voglio fare tanti giri di parole.
Ebbene sì, rubo. Rubacchio, riciclo, trasformo e modifico opere non mie, per puro piacere di farlo. Alcune poesie le ho copiate integralmente, senza alcuna variazione. Ho chiesto ad amici di costruire anche dei video musicali, esaltando la poetica delle opere, senza pensare alle conseguenze delle mie azioni. Ci ho pensato tanto, e sono giunta alla conclusione che quando si è ad un passo dalla fossa, non bisogna soffermarsi sulle sofferenze inflitte agli altri. Mi sono sposata giovanissima, ho avuto due figli, ed ho sempre condotto un’esistenza monotona, anche se la mia famiglia è benestante. Tra sorrisi finti, collane di perle e vestiti firmati, la mia figura si è sempre distinta in società… ma sotto sotto, io ero, e sono una trasgressiva. Oggi mi definisco una cleptomane virtuale, e la cosa mi piace.

Iniziai ad usare il computer quando andai in menopausa. Ero sempre irritata: caldane che mi avvampavano ogni minuto, il corpo che si trasformava giorno per giorno, il desiderio sessuale che diminuiva… un inferno. Mia figlia, preoccupata per me, mi suggerì l’idea di cominciare ad usare il computer, di mettere per iscritto ciò che provavo. L’idea fu buona, anche perché io ho sempre urlato dentro di me, ma la mia voce è sempre stata soffocata dagli altri… gli altri: quelli realizzati, quelli che valgono.
Quando iniziai ad usare il computer, un mondo nuovo si aprì dinanzi a me. Cominciai a leggere i grandi poeti, le loro poesie, e soprattutto le loro emozioni… quelle emozioni così simili alle mie. Mi iscrissi in un sito di letteratura, e leggendo altri autori, mi accorsi che venivano elogiati nei commenti… una gratificazione che cercavo anch’io.

Scrissi qualcosa di mio, una poesia d’amore. I commenti non furono entusiasti, la cosa mi irritò parecchio. Ed ecco l’idea del riciclaggio. Bazzicavo nei profili degli altri autori e… un verso da Tizio, uno da Caio nacque una Mia opera. I commenti furono magnifici, anche se alcuni autori mi davano l’idea d’aver capito l’andazzo.

Credo sia una forma di bravura scrivere come faccio io, non è una tecnica facile, e sono certa che anche altri la usano. Chi? Beh, quelli che, come me, hanno difficoltà ad esprimersi nello scritto, specialmente in tempo reale: chat, commenti, email.

Molto tempo fa fui denunciata. Ebbi problemi perché un autore scoprì il video musicale che feci costruire con la sua poesia. Questo video è in circolazione tutt’oggi e non ho alcuna intenzione di rimuoverlo. Fu chiamato in causa anche mio marito: un emerito imbecille che prese le mie difese con tutto se stesso, ma il suo era solo timore che io potessi allontanarmi dal computer. Sì, perché da quando “scrivo” non ci sono più litigate furibonde tra di noi… praticamente sono al pc dalla mattina fino alla sera. Tuttavia, i problemi con il mio consorte sono un’altra storia.
Dopo la denuncia fui espulsa dal sito dove scrivevo. Fu un periodo difficile perché molte persone persero fiducia in me, ma fortunatamente c’erano anche quelli che credevano alla mia “buona fede” e continuavano a commentarmi.

Lo stesso errore l’ho commesso da poco: ho copiato una poesia integralmente e l’ho postata nello stesso sito che recentemente mi aveva riaccettato. Purtroppo l’autrice della poesia se n’è accorta, e sono di nuovo alla mercè pubblica. Sono stata espulsa di nuovo dal sito letterario, e ora sono in balia di chi non mi crede, e di chi mi supporta. Ho una mia opinione sulle persone che ancora mi “stimano”: io sono certa che le persone che ancora esprimono la loro opinione sulle mie opere, conoscono la verità su di me, però mi confortano perché siamo simili. Sono certa che anche loro rubano e modificano opere altrui… o forse provano solo tenerezza nei miei riguardi; in fondo, noi anziani siamo come bambini: giustificati dall’età.

Non voglio cambiare, non ho chiesto scusa e non ho intenzione di farlo. Mi sono rifiutata di parlare con questa autrice, sia al telefono che in chat.
Come ho detto, sono ad un passo dalla fossa… l’unica cosa bella che ho, sono le emozioni degli altri, che io modifico in base al mio stato d’animo. Ecco perché mi approprio di tutto: poesie per bambini, poesie sulle donne, poesie sugli uomini. Prediligo quelle erotiche, perché mi ricordano gli anni del sesso sfrenato che facevo.
No… non cambio. Dietro questa tastiera mi sento una poetessa. Il mondo virtuale è Mio, come tutto quello che c’è in esso: dolore, passione, delusione e disprezzo.

*

In questo breve racconto ho cercato di immedesimarmi (documentandomi) in una personalità ladra, in una di quelle persone che rubano emozioni altrui. In questi giorni ho raccolto moltissime testimonianze di autori che hanno subito sia la copia integrale di una loro opera, sia la modifica, la trasformazione.
Molti di essi hanno subito oltre il danno, anche la beffa… questo perché non solo la loro opera è stata rubata, ma hanno assistito alla vincita di concorsi e cose di questo genere.
Scrittori che hanno venduto le loro canzoni e poi sono stati truffati. Alcune di queste canzoni sono diventate pezzi famosi, mentre i veri autori non hanno ricevuto alcun merito.

Contro questa vergogna è nata una pagina su Facebook chiamata “I ladri di emozioni”, dove tutti coloro che sono stati vittime almeno una volta di questa piaga sociale, possono riunirsi e discuterne, e magari aiutarsi a vicenda per tentare di trionfare.

Per quanto riguarda ciò che è successo a me, sto percorrendo vie legali e non.

Aggiungo: è vero che le parole sono di tutti, non possono essere plagiate, ma quando ci accorgiamo che in una determinata opera sono disposte o composte a seconda della firma di un altro autore, allora si può gridare al plagio. Ognuno di noi ha il suo stile… possiamo anche scrivere qualcosa che non sia originale (quasi niente lo è di questi tempi), ma il modo di scrivere dell’autore è come un’impronta digitale letteraria. La cadenza grammaticale non mente mai.

Ladri di poesie

Recentemente mi è stata copiata una poesia presente in questo blog (uno spudorato copia-incolla).
È bruttissimo vedere una propria opera con la firma di qualcun altro. La poesia mi è stata rubata da una signora anziana che pubblica in altri siti di poesia. Non faccio nomi, anche perché c’è stata una lotta furibonda che ha portato all’espulsione di questa persona nel sito letterario dove pubblicava le “sue” opere.

Tutte le poesie di questo blog sono incluse nei libri da me pubblicati, tutt’ora in vendita, quindi dotate di protezione copyright indubbia. Inutile dirvi i rischi che correte se vi venisse in mente di imitare l’esempio di questa persona spregevole.

Chi ruba opere altrui, si appropria di sentimenti ed emozioni che non gli appartengono, allo scopo di crearsi la notorietà che non merita.

Ho cercato di immedesimarmi in questo genere di persone, creando una poesia che non oserò pubblicare finché non sarà al sicuro nel mio prossimo libro.

I ladri d’arte sono esseri morti dentro, privi d’anima, infelici del fatto che non riescono a creare nulla con le loro forze. La frustrazione che provano a non poter mettere per iscritto ciò che sentono, li fa agire in questo patetico modo.

Provo pena per questa gente… pena, ma non compassione.

Gentili lettori, dopo questa brutta esperienza, vi consiglio caldamente di tenere d’occhio le date delle vostre opere, e di fare in modo di conservarvi la prova sicura della vostra mano.

Angela Albano (Artemisia)