Riflesso di tempesta, l’indole.
Senza misericordia, il nome.
Bocca di ingiurie
in ali di falene,
beffi l’anima col sorriso
e trovi asilo tra i pidocchi.
Regina del male,
mangi te stessa
digerendo i fantasmi degli altri.
Bevi l’aceto, dissetandoti
con un pugno di mosche.
Godi nella polvere della bugia,
avvizzendo la tua misera filosofia.
Prima di amarti,
fa ch’io veda oltre la cecità,
oltre la fame dei lupi
e delle paure dei miseri agnelli.
Se l’agonia della vita
cerca la morte,
gli Angeli cadono
in suppliche di marmo.
La verità innalza l’uomo
alle fratture del mondo.
Signore…
annulla i demoni,
riscatta la tua carne…
e tutte le croci,
nel regno degli inferi bruceranno.
Se l’agonia della vita cerca la morte, gli Angeli cadono in suppliche di marmo.
Sola nella notte
ti celi nel tuo io,
i tuoi pensieri sfidano
gli impulsi in quell’oblio.
Tra le lenzuola candide
focosa è la tua pelle…
ti lasci accarezzare
immersa tra le stelle.
Dinanzi alla malizia
esplode la tua linfa…
ti nutri di piacere
e fulvida delizia.
Volgi i tuoi sospiri
a chi brami nella mente…
non taci ora il suo nome,
lo urli fortemente!
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Dipinto di Brita Seifert
Non te ne andare,
l’abbandono è come il silenzio…
è il nulla tra le mani.
Immagine di Lauri Blank
Fu solo un miraggio di lamenti agonizzanti
nel silenzio di quella notte.
Volta al plenilunio,
un’ombra fermava il tempo…
soggiogando una croce mancante,
memore di segreti
e di martiri strazianti.
Il nulla perse la sua battaglia,
in quell’anonimo mondo…
la dignità prevalse,
salvando un’anima persa,
da una morte cieca e folle.
Ci incontreremo oltre le stelle,
al riparo dagli oscuri abissi.
Attraverseremo la mancanza
conservando i colori dell’indimenticabile.
Immagine di Carrie Vielle
Dolce sguardo
che ogni male illudi
nella valle dei ricordi.
Zefiro…
giungesti a me
lungi dal saper
di quel velato amore,
che strinsi al seno mio
senza lasciarlo andare.
Odi il richiamo del tempo,
che torna, rallenta,
per raggiunger l’eterno.
Cuore bambino
dalla mite fragranza,
grida il tuo canto alla terra…
dona alla vita il tuo esempio.
Dipinto di Helene Knoop
La conoscenza genera sempre altre domande che non possono avere risposte.
La sera, leggera,
del giorno che è stato.
Tenera, monotona…
fragile e opaca.
Nube la sera,
stanco dolore
che dorme di tenebra.
Tacita notte, breve tumulto
di un’unica morte.
Vive la sera,
ombra nel buio,
d’un mattino che tace
in un cielo notturno.
