Solo una rosa adesso è posata,
dorme, invade le ombre.
Le foglie cadono al soffio del vento,
si posano su una preghiera
che annulla un corpo
e ricongiunge le anime.
Corri,
non v’è più peso,
il sonno è immemore,
l’hai atteso tanto…
e quel perdono adesso è nel silenzio.
Ora che implori,
che sei al suo fianco,
sei libera di ignorare ogni rimpianto.
Archivio mensile:Gennaio 2013
La parola nasce dalla vita, si nutre attraverso i libri, muore nello scritto e, colma di idee, risorge per la comodità del tuo domani.
In sede
Mia divina forma,
ti chiami, brami quell’io,
che del vivere ne ghermì la trasparenza,
nei sensi plasmò la sofferenza,
mutando il delirio in parola chiave.
T’oscuri da te stessa,
adagiata in quelle voci,
offendi la lusinga che cela l’ironia…
sfuggi l’ira, t’aggrappi ad un’idea,
negli echi ricongiungi la tua via.
Buio e ombra
Anima senza pace,
bocca di congetture errate,
ti osservi controluce
donandoti consensi…
sacrificando i tuoi veri istinti.
L’ingiuria è la tua colpa,
sei vittima di un tempo arruginito
creato dal tuo stesso inganno.
Ti giudichi uccidendo la colpa,
senza dignità mescoli i dubbi…
e insana baci il tuo male.
Sei vittima e carnefice
di un tuo rituale.
Foto di Alexander Khokhlov
Incorporea essenza di duplice vita,
silenziosa ed arcana ascolti il canto del cuore,
con i tuoi raggi passeggi nei meandri del corpo,
in cerca di un dono che ti culli la morte.
Il tuo eco vive ad ogni emozione,
le filtri, le usi, ne rinnovi la gloria.
Prosegui fluttuante, non ti assorbe la terra,
sei nube raccolta, senza materia.
Fiera condanna
Giunto all’ultimo atto,
cade il muro della vita.
Tra le mani il perdono
e i crucci del passato.
Penetra il silenzio
isolato dal coro,
afferma la sua dignità
alla folla che ha intorno.
Si distrugge, s’illumina,
emerge di fronte alla svolta.
Con fierezza acclama vittoria
sorridendo di fronte alla morte.
Dopo la dipartita, saranno le nostre orme a fissare il tempo.
Dono da esplorare
Ascolto parole calde,
oltre le anime perse
sparisco tra le stelle.
Sospesa danzo, m’incanto…
senza pudore bramo la tua carne.
In un germoglio, palpito,
ancora casta ti dono la mia chiave.
Tacita e silente scopro il cielo,
il mondo tra le gambe è una sorgente
che si propaga turbata alla tua fonte.
E gridano mani spudorate,
in voglie che non appagano
un corpo inesauribile.
Dipinto di A. Braginsky
Assente
Perisce la sera.
Palpebre languide s’allontanano
da una luce che punge.
Pietà nei palpiti d’un silenzio febbrile,
la notte è nuda,
rapisce le tentazioni,
dissetando la vanità d’un cuore perduto.
La vita in fondo all’anima,
arde in un sogno lontano.
Dipinto di Nik Helbig
Tormenti notturni
S’arresta nel cuore il tormento,
perisce ferito dal rimorso,
nell’istante in cui il corpo è ancora in vita.
Comprende il dolore, l’angoscia eterna,
non può simulare la penitenza.
La notte è padrona,
e del male riscuote ammenda.